Infelicità: aforismi frasi e citazioni

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Chiedi, domanda, guardati attorno… e vedrai che niente sfugge all’infelicità… Non c’è una sola persona su questa terra che sia felice per tutta la vita… (Budda)
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Credimi, il soccorrere gl’infelici è cosa degna dei re. (Publio Ovidio Nasone)
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Essendo uno costantemente infelice, termina con divenire ridicolo. (Xavier de Maistre)
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Grande infelicità è non servire a nulla, ma non minore infelicità è servire a tutto. (Baltasar Gracián)
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Infelice a far mia degl’infelici | La sventura imparai. (Vincenzo Monti)
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Il tossico seme della infelicità odierna non è forse rintracciabile in quel muto accalcarsi, in quello sfuggire/sfuggirsi, in quella perdita di identità individuale e collettiva? Certa frenesia metropolitana non somiglia all’angosciante fuga continua di criceti in una gabbia troppo stretta, costretti a rincorrere la propria coda? L’uomo contemporaneo cerca invano di scappare per non dover riconoscere l’ombra della propria anima, per non fare i conti con la propria inaudita infelicità. (Paolo Crepet)
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Il vero infelice è quello che in mancanza di oggetti reali corre appresso a fantasmi da lui stesso creati, chimere ippogrifi sirene; l’ambizioso, lo sciagurato, o quello che li riassume tutti, il Don Giovanni, accecato dalla grazia della creatura.Questa grazia esiste, è una cosa reale, innegabile; ma l’attrazione che spesso esercita su di noi è dovuta appunto alla lontananza, alla percezione del «non-io». Infatti nessuno soggiace al proprio fascino, o, se il caso di Narciso può veramente attuarsi, è quando l’individuo si accorge con immediatezza del singolare fatto, celato ai più, che non si può possedere pienamente nemmeno se stessi. (Henry Furst)
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L’abitudine reca la noia di quanto è durato. La memoria serba un rimpianto melanconico di quanto è passato. Con queste due disposizioni noi non sembriamo proprio fatti per esser felici. (Ximénès Doudan)
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L’infelicità è una palude dove non alberga che la resa, la rinuncia. (Paolo Crepet)
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L’infelicità è una visitatrice meglio accolta quando viene nella sua forma più scura e ci avvolge in un nero perpetuo, poiché allora il cuore non soffre più di speranza delusa. (Mary Shelley)
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L’uomo coltiva la propria infelicità per avere il gusto di combatterla a piccole dosi. Essere sempre infelici, ma non troppo, è condizione sine qua non di piccole e intermittenti felicità. (Eugenio Montale)
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La miseria o infelicità è prodotta da: mancanza di consapevolezza, o avidya, egoismo, passioni, avversioni, attaccamento alla vita e paura della morte. (Patañjali)
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Lo scopo nella vita non è eliminare l’infelicità, è mantenere l’infelicità al minimo. (Dr. House – Medical Division)
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Ma ci sono due tipi di infelicità, uno “appropriato”, l’altro no. Lei è triste e deluso perché desidera qualcosa che non ha: e ciò è utile, perché costituisce un incentivo o una motivazione per lottare e conquistarsi, appunto, quella cosa. Se fosse sereno o indifferente non si impegnerebbe mai. Se invece è depresso, arrabbiato col mondo, giù di corda, soffre di quell’altro tipo, che è sterile, e non aiuta affatto a ottenere ciò che si ambisce. (Albert Ellis)
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Ma Lei si convincerà che molto sarà guadagnato se ci riuscirà di trasformare la Sua miseria isterica in una infelicità comune. (Sigmund Freud)
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Non credete mai di primo acchito all’infelicità degli uomini. Chiedete loro solo se riescono ancora a dormire. Se sì, va tutto bene. (Louis-Ferdinand Céline)
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Non ho fame. Non ho sete. Non ho caldo. Non ho freddo. Non ho sonno. Non mi scappa niente. Come sono infelice. (Marcello Marchesi)
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Ogni infelicità è in parte, per così dire, l’ombra o il riflesso di se stessa: non è soltanto il proprio soffrire, ma è anche il dover pensare continuamente al proprio soffrire. (C. S. Lewis)
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Quando si pensa ad un infelice, si pensa alla sua infelicità. Ma l’infelice non pensa alla sua infelicità; ha l’anima colma di qualsiasi pur minimo sollievo che gli sia concesso desiderare. (Simone Weil)
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Se non ci fosse, a questo mondo, l’infelicità, ci potremmo credere in paradiso. (Simone Weil)
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Si è infelici perché non si può essere tutto e il contrario di tutto. (Tiziano Scarpa)
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Strano che gli infelici si uniscono istintivamente. Sentono fra loro una parentela, come i massoni, come gli esuli. Essi sono gli esuli terreni del cielo. (Géza Gárdonyi)
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Sul fondo dell’infelicità giacciono i rottami dei sogni. Se solo si potessero tirar su e aggiustare! (Stanisław Jerzy Lec)
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Ti senti infelice, e che vuoi farci? Non può mica andare sempre come vuoi tu. Guarda me: non sono felice, ma mi diverto lo stesso. E come si potrebbe tirare avanti altrimenti? (Atto di violenza)
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Una ricetta sicura di infelicità? Il sommarsi di due «rimedi». (Silvio Ceccato)
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Essendo [gli uomini] sempre infelici, che meraviglia è che non sieno mai contenti?
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Figliuola mia; tutte le anime degli uomini, come io ti diceva, sono assegnate in preda all’infelicità, senza mia colpa.
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La privazione dell’infelicità è semplicemente meglio dell’infelicità.
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Tutti gli uomini per necessità nascono e vivono infelici.
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Va, figliuola mia prediletta, […] Vivi, e sii grande e infelice.
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Chi non ce l’ha all’uscio, ce l’ha alla finestra.
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Chi porge un dito all’infelice, Dio gli porgerà tutta la mano.
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Le rose cascano, le spine restano.
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L’uomo è nato per penare.
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Non tutti son felici quelli che sembrano tali.
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Ogni magione ha la sua passione.
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Ogni porta ha il suo martello.
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Ognuno ha il suo impiccato all’uscio.
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Ognuno ha la sua croce.
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Spesso la bocca ride, mentre il cuore piange.
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Spesso una lieta fronte nasconde un’anima turbata. Ogni cuore ha il suo dolore.
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Tutti nascono piangendo, e nessuno muore ridendo.